Torino e il caso Musy
10.10.2013 15:53Articolo pubblicato su "La Discussione", 10/10/2013
Titolo: Torino e il caso Musy
Autore: Carlo Buonerba
La vicenda giudiziaria per l’attentato che vide come vittima il 21 marzo 2012 Alberto Musy , capogruppo del terzo polo (UDC) nel Consiglio comunale di Torino, avvocato d’affari (Socio dello studio Musy Bianco e Associati) e docente universitario, prosegue. Il processo in scena a Torino è ripreso il 2 ottobre e vede come unico imputato, sebbene sia stata anche aperta la pista di un possibile complice, il faccendiere torinese, Francesco Furchì., il quale verrà ascoltato per la prima volta in aula il prossimo 23 ottobre.
La contesa processuale si basa su un video utilizzato dalla Polizia di Stato in cui l’attentatore per camuffarsi è vestito con casco e abbigliamento invernale.
L’accusa dopo un’attenta analisi e della camminata e della postura e delle misure presunte (dato che il Furchì finora non ha acconsentito a una più profonda analisi antropometrica), è convinta, con poco margine d’errore, che sia proprio questi’ultimo conoscente della vittima, l’uomo nascosto sotto quegli abiti, il movente sarebbe da rintracciare in presunti torti di natura politica o professionale. A tal proposito nell’udienza del luglio scorso furono prese in esame la pista politica, si è venuti a sapere che fu il professor dell’Università di Torino Giuseppe Monateri a far conoscere a Musy il presunto attentatore, presentandolo come possibile capolista foriero di voti, ma il consigliere comunale non convinto dall’impressione che ebbe da quell’incontro decise di non accettare quella proposta. E di seguito fu seguita anche la pista imprenditoriale, Furchì secondo l’accusa contava insieme a un gruppo di imprenditori di potere acquisire la compagnia ferroviaria Arenaways, ma Alberto Musy non lo avrebbe aiutato o non avrebbe fatto quello che il faccendiere si attendeva. Queste sono le strade per dare una causa a un gesto altrimenti inspiegabile, sempre ovviamente che sia poi davvero l’imputato, il vero colpevole.
Per tornare al 2 ottobre , il PM Roberto Furlan, ha nominato per sostenere l’accusa gli esperti ( i professori Andrea Lingua e Giovanni Sirtoli e il medico legale Roberto Testi ) , invece gli avvocati della difesa Giancarlo Pittelli e Mariarosaria Ferrara, si avvalgono delle competenze di Maria Grazia Benedetti, Carlo Albino Frigo e Patrizia Zucchetto per sostenere il proprio assistito. L’accusa con le nuove e approfondite perizie si basa su tre aspetti nel paragone e nella sostanziale somiglianza tra l’attentatore del video e l’imputato Furchì: dapprima il modo di camminare leggermente claudicante, di poi strettamente collegato il tempo di appoggio del piede e infine la grandezza delle mani. La difesa, invece, cerca di dimostrare l’esatto contrario, sconfessando la verosimiglianza tra il loro assistito e il sicario del video. L’impressione è che con ogni probabilità l’iter processuale non sarà tanto breve e che forse ci vorranno ulteriori perizie per stabilire con ragionevole certezza la colpevolezza o l’assoluta estraneità dell’accusato.
Invece, la vicenda umana di Alberto Musy, prosegue nel letto d’ospedale nel quale è ricoverato in stato di coma da più di un anno e mezzo. La famiglia, la moglie in primis, le figlie e la sorella Antonella , stanno convivendo con una situazione irreale, inspiegabile e inaccettabile, facendosene con grande forza e coraggio una ragione.
La moglie, Angelica Corporandi d'Auvare, nei mesi scorsi con grandissimo senso civico e rispetto per la Res Publica , con una lettera inviata al Sindaco di Torino Piero Fassino ha ottenuto il “decadimento” del marito dalla carica di consigliere comunale, essendo il suo Alberto nell’impossibilità di dimettersi, per questo motivo la Città di Torino ha anche modificato il suo Statuto. Le istituzioni sono però vicine a questo dramma familiare, infatti tramite espressa volontà del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Alberto Musy da luglio 2013 è stato nominato “Commendatore”. In attesa che venga davvero fatta luce e soprattutto che emerga la verità di questa incredibile vicenda, attendiamo l’udienza del 23 ottobre che forse metterà un altro mattoncino per l’identificazione del colpevole, autore di un gesto tanto esagerato e spropositato ai danni di un uomo di una profonda cultura, pacato, gentile e ironico che merita rispetto e giustizia, come Alberto Musy.